Per un artista andare a Roma non era esattamente l’Eldorado come si racconta in modo frettoloso. Nel Cinquecento si potevano osservare i monumenti di epoca romana, i nuovi edifici costruiti soprattutto con i papi Giulio II e Leone X e conoscere direttamente i grandi artisti che ci stavano lavorando. Ma tutto questo non era così agevole se eri un artista forestiero. L’alloggio, le conoscenze, le commissioni. In pratica come si campava. I più fortunati avevano una lettera di raccomandazione o potevano essere presentati da influenti personalità come Baldassarre Castiglione. Se eri artista, giovane e per di più forestiero avevi sicuramente bisogno di un alloggio. Guillaume de Marcillat quando nel luglio del 1517 andò a Roma per lavorare con Raffaello alloggiò presso l’Albergo della Campana in Borgo San Pietro. In quel tempo sembra essere un riferimento molto gettonato. Guillaume non ha fortuna visto che per arrivare a Roma il suo cavallo si infortunò nella stalla dell’albergo e l’artista fu costretto a pagare per la frattura di una zampa. Guillaume in seguito ritornò a Roma ma affittò due stanze da un sarto in via Alessandrina. Nel 1513 Luca Signorelli trovò alloggio da un calzolaio.
Nel Veneto attorno alla metà del Cinquecento il pranzo in locanda per un uomo e la biada per il suo cavallo si stimava attorno ad 1 tron e 4 grossi, all’incirca 1 lira che equivaleva a 20 soldi.
L’Albergo della Campana venne raffigurato da Pinturicchio nella cappella Bella a Spello e nella Pala di Santa Maria dei Fossi. E’ da considerare la prima segnalazione di un hotel con tanto di insegna. Anche quella veniva regolamentata da precise leggi sulle dimensioni e su quanto sporgesse sulla strada. Pubblicità.
Bibliografia: Correggio, catalogo a cura di Lucia Fornari Schiachi, Skira 2008
Immagine: Pala di Santa Maria dei Fossi, particolare. Conservata a Perugia presso la Galleria Nazionale dell’Umbria