Guglielmo era molto morigerato mentre il figlio Vincenzo un gran spendaccione a tal punto da iniziare la crisi economica della famiglia. Quanto c’è di vero in questa frase usatissima?
Abbastanza da essere supportata da qualche numero. Beninteso è giusto dire che sono scarsi i dati relativi alla gestione della finanza pubblica al periodo di Guglielmo Gonzaga e questo non permette un’analisi numerica. Tuttavia alla morte del parsimonioso duca – non solo una frase fatta ma era vero – venne ritrovato nel “camerino ferrato di corte vecchia” un tesoro di poco meno di un milione di scudi d’oro.
Tanto? meglio dire tantissimo visto che corrispondeva alla quantità d’oro pari all’esportazione media annua della Spagna e delle Americhe nello stesso periodo.
Il calcolo, effettuato da De Maddalena, conferma la stima degli ambasciatori veneti per i quali Guglielmo proprio grazie alla sua buona amministrazione politica “lasciò al figliol un milione d’oro in contanti, 400.000 in crediti e 300.000 in grani da servirsene nelle occorrenti necessità”. Questo scriveva l’ambasciatore veneziano Francesco Morosini il 21 giugno 1608.
Bibliografia: Bibliografia: Storia di Mantova. L’eredità gonzaghesca secoli XII – XVIII, a cura di Marzio A. Romani, Tre Lune Edizioni 2005
Immagine: Ritratto di Gugliemo Gonzaga, prima del 1587