Storie unte di osteria nella Mantova dei Gonzaga

Per i turisti del Rinascimento, come quelli di oggi, una tappa fondamentale nella visita di una città è senza dubbio il locale tipico che propone la cucina tradizionale, dove sentiamo un po’ il profumo e l’accoglienza di casa. Dove si andava nella Mantova dei Gonzaga?  

Nell’anno 1531 la ricettività alberghiera segna 1514 viaggiatori arrivati a Mantova, un bel numero! Chi arrivava in città si recava nelle osterie anche per un posto letto. Si narra che “La Stella”, con oltre 400 alloggi, fosse la più rinomata e la più attrezzata con lo stallaggio per i cavalli che così riposavano e mangiavano anche loro. Altre invece erano luoghi per un bicchiere di vino (la cosiddetta ombra), per una partita a dadi, per un pranzo più frugale, per gli artisti e gli operai in città. L’osteria più antica era invece in via Ardigò ed era conosciuta con il nome di “Sole in piazza”. Gli osti avevano una gilda di riferimento che si riuniva presso la Chiesa di San Zenone proprio in via Ardigò. Il simbolo della gilda era una lampada ad olio che brucia in modo perenne, auspicio di buoni affari. La corporazione venne soppressa nel Settecento. A Mantova erano tantissime le osterie: prima del 1630 si contavano addirittura 130 osti. Si differenziavano per il nome, spesso in relazione al luogo dove sorgono o all’animale della contrada di riferimento. L’attuale Aquila Nigra deriva dall’Osteria della Campana, da sempre situata nella contrada dell’Aquila ovvero l’attuale piazza Sordello. L’osteria era gestita da Girolamo Rossi, lo stesso che probabilmente si occuperà poi dell’Osteria del Leoncino Rosso, ancora oggi presente in via Giustiziati dalla metà del XVIII secolo. L’unica a resistere ai cambiamenti dei tempi moderni. Oggi tutte le altre sono scomparse e rimane qualche traccia in alcuni toponimi di via. Alcuni nomi per una topografia delle insegne scomparse:

in via Accademia: Locanda della Luna, Locanda del Turco

a Porto Catena: Osteria I due Mori, Le Tre Torri

in corso Umberto: La Taverna delle Tre chiavi d’oro, Taverna della Croce verde

in corso Vittorio Emanuele: Osteria ai Due Galletti, Osteria ai Tre Gamberi

in corso Garibaldi: La Croce Rossa, Osteria del Sole alla Fiera

Se sapete altre storie particolari le potete segnalare alla mail valorizzazione.mantova@gmail.com

Immagine: Pieter Bruegel il Vecchio, Il matrimonio dei contadini – 1566 circa

6 pensieri riguardo “Storie unte di osteria nella Mantova dei Gonzaga

      1. Non lo conoscevo, grazie per i due consigli (trattoria e film). In tema di Sora Lella ti giro un altro condiglio. Ti dico solo l’indirizzo: isola tiberina Trattoria Sora Lella, oggi gestita dal nipote e pare pure bene!

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      2. Non ho dubbi: buon sangue non mente! 🙂 Il film lo trovi facilmente su ebay. Colgo l’occasione per dirti che mi sono iscritto al tuo blog. Grazie per la risposta, e Sora Lella forever! 🙂

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