Gli incarichi minori di un pittore di corte

Un pittore di corte certamente non svolgeva solo le mansioni di pittore. Per avere un’idea delle concrete attività di un artista della metà del Quattrocento basterà prendere come esempio Cosmè Tura e la Ferrara del tempo.

C’era il servizio di ritrattistica ufficiale ovvero ritrarre le future spose e i futuri sposi in quadretti di piccolo formato, a mezzo busto o detti “de faza et petto”, che poi dovranno essere inviati nelle altre corti. Nel 1480 infatti dipinge per Francesco Gonzaga il ritratto di Isabella d’Este a 6 anni e nel 1485 quello di Beatrice d’Este per Ludovico il Moro.

A questo incarico ufficiale e politico si addensavano quelli di carattere minore ma che, in un altro modo, rispecchiavano la vita cortese. La produzione dei patroni per arazzi, la doratura di ancone, la dipintura di una culla, il gonfalone del comune. Nel 1475 il pittore riceve 25 ducati per aver dipinto e dorato un’ancona intagliata con “foiami minuti e lavori a l’antiqua, tuti mesi d’oro brunito”.

Dobbiamo immaginare Comsè Tura – ma vale per tutti i pittore cosiddetti di corte – alle prese con relazioni, lettere e collaborazioni con intagliatori, medaglisti, orafi, doratori, ceramisti ovvero con tutte quelle professioni che producevano un’opera che doveva “parlare” il linguaggio ferrarese. Il marketing di corte era così diffuso su tanti livelli, non solo quelli più alti.

Bibliografia: Monica Molteni, Cosmè Tura, Federico Motta Editore 1999

Immagine: Giudizio di San Maurelio 1480 (Palazzo dei Diamanti, Ferrara)