Arcimboldo e la prima carta d’identità. Segni particolari: artista

Nel 1587 Giuseppe Arcimboldo ritorna nella sua Milano dopo aver lavorato per Massimiliano II e Rodolfo II tra Vienna e Praga per circa 25 anni. Nel 1590 vive in un palazzo situato nella parrocchia di San Pietro alla Vigna presso Porta Vicentina. Al suo rientro voleva raccontare ai milanesi la sua arte bizzarra e lo fa attraverso un autoritratto unico nel suo genere. Si tratta di una definizione della propria immagine attraverso la disposizione illusionistica di bande e strisce di carta che si piegano, si arricciano, si arrotolano e si intrecciano. E poi altri trucchi da vedere da vicino. Sul colletto si legge la cifra “1587” – ovvero la data di esecuzione – e sopra al naso sulla fronte la data dei suoi anni “6” e “1”. Si tratta a tutti gli effetti di una carta d’identità: immagine, data di rilascio, età e tratti somatici. Quasi cento anni dopo riprende quello che i milanesi già ben conoscevano ovvero gli studi delle teste di Leonardo. Alla bizzarria anatomica Arcimboldo unisce la conoscenza dei codici crittografici e degli alfabeti figurati.

Il disegno di Palazzo Rosso a Genova è un meta ritratto: sul foglio vengono rappresentati dei fogli. Il foglio come documento e strumento di lavoro dove prendono vita le idee e le sue stravaganze. Come dire: segni particolari artista. E anche scienziato.

 

Bibliografia: Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio, Skira 2011

Immagine: Autoritratto cartaceo, 1587 (Genova, Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso). La tecnica eseguita è matita, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquerellato, acquerello grigio su carta bianca controfondata.