Cloache, controllo delle carni e aprimento dei cadaveri. Il Magistrato alla Sanità e l’igiene

Nel 1745 il territorio mantovano viene aggregato al ducato di Milano e gran parte delle magistrature vengono soppresse. Nel 1750 però Mantova ottiene l’apertura di alcune di queste come il Tribunale e il Magistrato di Sanità. Era collocato all’interno di Palazzo Ducale, accanto alla sede del Magistrato Camerale; aveva per simbolo i vasi del Preziosissimo Sangue.

Il Magistrato era composto da un presidente, sei conservatori, un uditore e un medico collegiato. I componenti restavano in carica due anni e trattavano questioni civili e penali in tema di salute pubblica oltre a prendere provvedimenti in caso di epidemie, anche sospette, nel mantovano e nei territori confinanti. Un cancelliere riceveva le denunce dei nati e dei morti, degli animali morti, spedivano le licenze per “l’aprimento de’ cadaveri”, l’espurgo delle cloache e il trasporto dei rifiuti fuori dalla città. Al Magistrato annualmente era assegnato uno stipendio di 20.040 lire oltre agli incassi dovuti a multe, concessioni e licenze. I medici del Magistrato potevano essere chiamati per esprimere giudizi anche sulla salubrità e il controllo delle carni che entravano in città.

Le norme igieniche erano presenti ma non particolarmente seguite se nelle strade potevamo vedere le acque lorde di locandieri, formaggiari e caffettieri che allagavano le contrade in pozze stagnanti, il letame degli animali, rottami, immondizie e carcasse di animali. Le acque di scarto dovevano essere gettate nel Rio – che si inquinava copiosamente – o all’interno dei pozzoni di corte che venivano poi spurgate dai latrinari. Le operazioni venivano compiute di notte: la parte liquida finiva nel Rio, quella solida seppellita in profonde buche.

Così nel 1739 Charles de Brosses, magistrato e conte di Tournay, è in visita a Mantova e afferma che la città è “sporca e puzzolente”. Il periodo teresiano era da poco cominciato e sarebbe un errore definire “illuminata” tutta la fase austriaca. L’inizio difficile, soprattutto dovuto alla gestione delle magistrature, si scontra ancora con il periodo post gonzaghesco dove la città vive ancora uno stato di abbandono.

Bibliografia: La città di Mantova nell’età di Maria Teresa, Regione Lombardia, Mantova 1980

Immagini: Tombini (fonte pixabay)

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