Conti, marchesi e consiglieri. I nobili nella Mantova austriaca e dove trovarli

Dal catasta teresiano apprendiamo che l’area del Quartiere Maggiore era composto dalle parrocchie di San Leonardo, Gervasio, Ambrogio e Simone. All’anno 1770 risultano presenti 427 edifici con una popolazione di 3.914 di cui 403 religiosi. Il quartiere ospita un numero considerevole di insediamenti abitativi e questo ne fa l’area con il maggior numero di nobili.

La chiesa di Sant’Ambrogio si trovava di fronte al Palazzo d’Arco nell’area dell’attuale piazza verso vicolo Serpe ovvero nella Contrada della Serpe. Viene demolita nel 1786.

Infatti in media il quartiere raggiunge il 21% dello scudato, la punta massina risulta essere proprio nella parrocchia di Sant’Ambrogio, quasi il 33%. Si segnalano il marchese Carlo Capilupi, il conte Gherardo D’Arco e il vicino marchese Alfonso Dalla Valle, il marchese Tommaso Arrigoni, i conti Giuseppe e Aliprando Arrivabene, il marchese Lepido di Gazoldo e la marchesa Marianna Caracci Gagi. A questi si aggiunge la presenza degli esponenti dell’amministrazione statale come i consiglieri e nobili Francesco Tamburini e Ferdinando Santorio, il sindaco fiscale Francesco Tassoni e altri professionisti.

Questo quadro d’insieme ci porta a fare alcune considerazioni: mostra la presenza a Mantova di un clima sociale da Ancien Régime nonostante la scrematura della nobiltà voluta dal governo austriaco; significa la presenza di palazzi nobili di lunga tradizione – basti pensare agli Arrivabene – e una densità urbana che porta questi personaggi spesso a situazione di vicinato ricordando, per certi versi, la situazione di consorteria medievale.

Bibliografia: La città di Mantova nell’età di Maria Teresa, Regione Lombardia, Mantova 1980

Immagine: Facciata di Palazzo d’Arco